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L’intelligenza artificiale ci avvicina, a noi stessi

Scritto da Giancarmine Nolè il .
Pubblicato in: digital-marketing

L’intelligenza artificiale si fa strada sempre più entrando nella vita di tutti i giorni anche se non ce ne rendiamo conto e questo lo fa già da tempo ormai. E intanto salta alla ribalta disegnando, scrivendo, elaborando con una qualità sorprendente.

È uno strumento potente, rapido che dimostra di avere risorse inesauribili.

Ed è notevole la velocità con la quale sta crescendo l’interesse intorno a questa nuova formula di creazione artificiale.

Ammetto che è interessante ed affascinante lasciarsi prendere la mano e sperimentare quello che di nuovo ci sta proponendo. Ma in fondo è un’adrenalina che ci prende ogniqualvolta la tecnologia ci propone qualcosa che evidentemente si pone come una grande novità.

È indubbio il fatto che il mondo della creazione dei contenuti social media e del marketing non sarà più lo stesso. E di conseguenza anche la modalità di divulgazione e di fruizione dei contenuti cambierà notevolmente.

Avere a disposizione un acceleratore di elaborazioni si pone come una risorsa che potrebbe aiutare chiunque crea contenuti nella loro realizzazione, nella riduzione dei tempi necessari per produrli e persino nel raggiungere il target desiderato offrendo spunti alla realizzazione di contenuti più mirati.

Non dovremmo perdere di vista il fatto che l’intelligenza artificiale andrebbe considerata piuttosto come un’utilissima risorsa. Uno strumento che offre consultazioni più rapide in merito alle richieste che le vengono rivolte avendo la capacità di elaborare lo storico delle informazioni ad una velocità improponibile per l’essere umano.

Dobbiamo tenere ben chiaro che essa non ha la capacità di prendere decisioni autonome tali che possano renderla completamente indipendente dall‘intervento dell’uomo.

Piuttosto bisogna considerare che probabilmente serviranno sempre più competenze nella elaborazione degli algoritmi, nello specifico nella capacità di comprendere e sviluppare contesti in cui un’AI possa aiutare a risolvere problemi di attuazione della stessa non perdendo di vista il fatto che saremo sempre noi uomini a valutare come e dove utilizzarla guidando i computer nel migliore dei modi.

Entriamo insomma in quel contesto di etica dove è importante valutare le modalità in cui l’innovazione viene adottata e con quale finalità.

È comprensibile che i creatori possano essere in allarme sentendosi minacciati. Secondo l’autorevole Seth Godin, “alcuni creatori ritengono che si tratti di una sorta di forma di furto”.

Di fatto però ogni forma di creazione non si fonda sull’originalità assoluta. Tutto è disponibile intorno a noi, sotto i nostri occhi, a portata di mano. E ogni volta che compiamo un’operazione di “creazione” non facciamo altro che dare un valore nuovo che nasce dalla nostra ispirazione a qualcosa che abbiamo preso intorno a noi e che ci ha stimolato per generare un processo di elaborazione.

Ritenere furto il prodotto dell’intelligenza artificiale sarebbe un eccesso di preoccupazione e preoccuparsene per la sua avanzata è come non mettere a fuoco la questione.

È la nostra capacità che imprime un valore ai dati disponibili, che altrimenti rimarrebbero gelidi dati insignificanti.

La considerazione più interessante come sempre è valutare lo stato di trasformazione nel quale viviamo costantemente.
Preso atto di questo si può solo essere consapevoli del fatto che abbiamo stravolto con la tecnologia qualunque tipo di mercato per cui competenze e lavori ce li inventiamo di continuo di pari passo alle evoluzioni che si sviluppano intorno a noi.

Un dato resta pur sempre certo: per sfidare e vincere l’AI a fare meglio di noi stessi possiamo solo lavorare su noi stessi e sulla nostra unicità di esseri umani.