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Diritto d’autore conteso: New York Times Vs OpenAi

Scritto da Giancarmine Nolè il .
Pubblicato in: comunicazione

Possono bastare anche pochi minuti per mettere in piedi l’idea di un contenuto per un post o un articolo, di un progetto grafico, di un’opera artistica che verrà poi sviluppata ed elaborata nei dettagli ma in quei pochi minuti c’è una vita intera.

Dietro l’atto creativo c’è un impegno, un lavoro e un investimento di tempo, spesso anche di denaro, che rendono quell’atto creativo un’attività da tutelare riconoscendo i meriti del suo creatore.

È per questa ragione che il diritto d’autore andrebbe considerato come il diritto “Principe”, il diritto sacro dei creativi e di tutti coloro che tutti i giorni sono impegnati nell’elaborazione di idee.

Lo scopo di tutelare il diritto d’autore è quello di favorire la creazione e incentivare a “creare” in quanto il lavoro viene retribuito e ricompensato nella salvaguardia del suo riconoscimento.
Il sistema di tutela giuridica dei beni immateriali rappresenta un insieme di principi giuridici volti a tutelare un “vantaggio competitivo” realizzato da chi ha creato qualcosa di innovativo.

Il fatto del giorno è che il magazine The New York Times intende impedire che ChatGpt si “alleni” studiando i propri articoli ed ha per questa ragione bloccato il software della società OpenAi che immagazzina i contenuti.

Le testate giornalistiche si scatenano sulla notizia, a giusta ragione essendo anche le dirette interessate. L’aspetto maggiormente discusso sta proprio nel fatto che la società ha bisogno di ingerire enormi quantità di dati e informazioni per allenare i propri modelli di intelligenza artificiale e per questo motivo scansiona milioni di siti web, raccogliendo le informazioni sui contenuti pubblicati.

Potrebbe rappresentare una di quelle cause epocali che segneranno non solo la giurisprudenza, ma anche le modalità di produzione e di consumo sociale delle informazioni.

È chiaro che il tentativo di difendere il diritto d’autore rischia di dare un colpo terribile allo sviluppo dell’intelligenza artificiale che ha bisogno, per fornire risultati attendibili , di ‘ingerire’ una enorme quantità di dati e informazioni.

Ora l’asticella come sempre si fissa fra la salvaguardia di un diritto e il trampolino di lancio verso futuribili evoluzioni tecnologiche e digitali.
In tutto questo c’è l’ingegno dell’uomo e il suo diritto a vedere salvaguardato il prodotto del suo impegno, dei suoi sforzi e dell’affermazione della sua persona.

Hanno mai minato un tuo diritto sottraendoti o minandone la paternità. Come ti sentiresti se lo facessero?
A me è accaduto molte volte, con una realizzazione grafica, un’idea progettuale o un testo e vederlo poi manipolato e ripubblicato. E la cosa fa male, fa molto male.

È tutte le volte come se ti avessero sottratto un figlio è come se ti avessero rubato qualcosa per cui hai sudato duramente.

Lo sviluppo tecnologico è un processo che corre su un filo sottile in precario equilibrio. L’AI potrebbe essere la migliore amica dell’uomo, ma di certo non dei creatori di contenuti ed è per questo che deve fare molta attenzione a non cadere sul soffice materasso dei diritti altrui.