Sapere è potere, ma mettiamoci pure un punto esclamativo: si presenta così Marco Landi durante l’evento di The Digital Box con l’entusiasmo e lo spirito positivo di un ragazzino.
Un incontro illuminante con l’uomo che nella metà degli anni ‘90 è stato artefice della riassunzione di Steve Jobs in Apple offrendo il suo contributo ad una svolta epocale nel mondo dell’innovazione e della tecnologia.
Direttore generale dell’azienda in quegli anni con duemila ingegneri operativi in Apple non riuscendo a sviluppare un sistema operativo decide con il suo team di andare sul mercato e cercarne uno nuovo.
Il primo incontro non fu risolutivo. Seguì il successivo con la società di Steve Jobs che rientrò così in Apple.
Alla domanda che gli viene posta dalla giornalista Eleonora Chioda – @sonolachioda – circa quale sia stata la sua fortuna, risponde “Intelligenza ricevuta in dono alla nascita, salute e la meravigliosa moglie sempre al suo fianco”.
E proprio riferendosi ad una osservazione acuta della moglie che Marco Landi fa notare quanto sottile sia la valutazione del concetto di “intelligenza artificiale”, espressione coniata negli States dove intelligenza sta per “intelligence” riferito alla raccolta dati e non alla capacità creativa che resta sempre prerogativa appannaggio dell’essere umano.
La conclusione di questo incredibile intervento è essenzialmente in un invito: l’importanza sopra ogni cosa della “curiosità” un valore supremo per essere continuamente ispirati.
Detto da un ultraottantenne una certa curiosità la ispira davvero!